La
Verità Bella parola... grossa... impegnativa. Peccato che per me, come la bellezza, sia difficile da definire e somigli ad una opinione piuttosto labile e non ben radicata che sta negli occhi e nella mente di chi guarda. Prendiamo per esempio un semplice giro in canoa sulla costa tra Olbia ed Arbatax. Chi mi dice che ciò che io ho visto sia lo stesso di quello che altri hanno notato o capito .......continua.. |
Per
fare questo giro è assolutamente non necessaria l'auto
ma è ovviamente fondamentale un carrello veloce e ben gommato. |
"And
he built a crooked house" Robert H. Heinlein (1940) Magnifico esempio di fantascienza matematica Un architetto astuto progetta una casa a forma di tesseratto ma quando un terremoto lo scuote l'edificio collassa attraverso la quarta dimensione in una forma più stabile (che occupa molto meno spazio nel nostro normale mondo a tre dimensioni). http://www.scifi.com/scifiction/classics/classics_archive/heinlein/heinlein1.html Uno dei racconti che ho metabolizzato in gioventù crookkando la mia mente che ha così prodotto(*) questa pagina internet che in effetti corre il serio rischio di implodere lasciando i lettori a salmodiare "OMMM" contemplandosi l'ombelico Passando il mouse sul tesseratto si vede un tesseratto espanso secondo Dalì Un layer che chiama un layer che chiama un layer che attiva 104 layer che ...... BRRRRRRRRR (*) prodotto nel senso più basso della parola come quell'opera di 12 mt esposta al Pecci intitolata "Cloaca Turbo" |
Comunicazione
di servizio Usciti dalla nave andate a sinistra spalle al mare. Dopo una zona di cantierini troverete dei pontilini abusivi comodissimi per imbarcarsi. Non vi scordate nulla come ho fatto io |
Il Centro per lArte Contemporanea di Prato ospita la prima mondiale di Cloaca Turbo: unimmensa macchina che mangia, digerisce e poi defeca. Questa versione "Turbo", più sofisticata e potente delle precedenti e realizzata in una fabbrica di Gent, ci permetterà non solo di assistere in diretta ad un processo di digestione identico a quello umano, ma soprattutto di riflettere. Wim Delvoye, Cloaca - New and Improved, 2001. Foto: Wim Van Egmond, Rotterdam |
Questa
è l'uscita dalla rada di Olbia dopo svariati chilometri tra allevamenti
di cozze e una zona di laghetti bassi che non è affatto male |
Fino
a che Berlusconi non farà Olbia2 Capo Ceraso è magnifico
con uno spavento di scogliere rosa, belle spiaggette e relativamente poche
case . Passato il capo conviene tirare dritto verso Tavolara visto che il golfo dopo è molto molto popolato |
Prima
di non vedere più questo roccione dovrete farne veramente tanti
di chilometri. Vale la pena di sbarcare sulla punta verso terra e vedere
il cimiterino dove i re li tumulano correttamente mentre i topi li lasciano
insepolti (con vibrate protesta di Pecoraro Scanio) Il lato opposto è pieno di barche e due ristoranti. Avendo tempo si può fare il giro anche se sono svariati chilometri di roccia roccia e ancora roccia |
Il
percorso è incasinato perchè sono andato incontro agli altri
due che sono arrivati domenica. Per campeggiare non è affatto necessario trovare spiaggie. In qusto caso c'erano delle belle spianate appena sopra questa insenatura. Per la cronaca ci sono un sacco di pesci tra cui molte tracine che vi ridurranno così per un sacco di tempo |
Io
e la mia collaboratrice che lavoriamo per voi. La signora in nero si è già laureata cum laude in economia con il mio figlio maggiore ma dimostrando, per una ventenne, una certa vivacità intellettuale sta ora studiando internette |
Come ho già accennato la provincia di Olbia è estramamente generosa quanto a permessi per villaggi turistici. comunque ci si salva spesso per la presenza di stagni costieri che impediscono spesso di costruire sulle spiaggie |
Ci
si prepara a ripartire. Come ho già detto meglio avere tre tende piccole e separate. Raimondo in foto si è rigirato e non ha dormito fino alle 2 per via di una festa nel campeggio a 200 mt ma io e Marco si. |
Ci
sono miliardi di residence ma i paesi veri sono sempre all'interno. Per esempio Posada che sembra vicino a questo immane spiaggione di 8 km è in realtà ben difesa da uno stagno costiero ed iraggiungibile per fare la spesa |
Comunicazione
di servizio |
Posso
fornire orari, consigli utili, cartine molto dettagliate, assistenza telefonica,
conforto morale ecc. Però i parenti sardi che vi organizzano una cena al campo dovete procurarveli da soli |
Dalle parti di capo Comino ci sono delle bellissime dune di sabbia bianchissima |
Gli stagni costieri sono tantissimi ma raramente hanno uno sbocco al mare. Questo vicino a Bidderosa era bello. |
Si
dorme a cala Cartoe con una vegetazione stupenda. Da qui comincia la parte
veramente bella e spettacolare con tutte le spiagge famose. Purtroppo in piena stagione sono molto servite da barconi che le rendono probabilmente invivibili |
In canoa andremo
anche piano ma la soddisfazione di passare vicino ad un branco di cormorani
senza spaventarli è impagabile. Certo che passare da quelle parti quando il mare è incavolato deve essere una cosa assurda. Guardate quelle unghiate di 10 mt evidenziate in rosso |
La parte visitabile
della grotta del bue marino è abbastanza bella ma non dovete assolutamente
perdere la visita della "Grotta del Fico" accessibile
solo via mare e che ha una varietà di concrezioni come no ne ho
viste uguale Si riconosce facilmente per una scaletta di legno che appare all'improvviso sulla parete prima di Mariolu |
Ho
usato per rispetto ai due sardi che ci hanno accolto come non turisti
il nome che loro usano per quella località e che mi sono ovviamente
fatto scrivere.. Normalmente è indicata come Mariolu. Parlando
ci hanno spiegato che quel nome era stato dato dai ponzesi (i
sardi non erano un popolo di pescatori e la pesca era rirevata ai ponzesi)
per via delle foche monache che rubavano i pesci dalle reti e che
loro prendevano a fucilate. Spolverata di neve è più bello. |
Si fa anche la doccia
con un torrente e si arriva con calma alla fine. La cena finale merita la faticaccia fatta |
Una
vera ecatombe quella perpretata dalla Cooperativa Pescatori di Arbatax.
(Non so bene se con annessa clinica chirurgica come nella serie
di libri MASH di Hooker)
Purtruppo i nomi dei pesci sono dialettali e quindi il menù
avrebbe potuto risultare oscuro.
Riferendomi al già citato "Mare in pentola" di Alan Davidson
(uno dei miei libri culto con "Cento anni di solitudine"
"Dune" "Profumo" "Madame Bovary" ....) ho
deciso di usare il numero del catalogo FAO come da tavola sinottica annessa.
(solo per l'anguilla e la sola Sardegna forniva ambidda, anghira,
filatrotta, zingorra, zuncurrunu)
FAO545 crude in ghiaccio
FAO579 in insalata
FAO529 allo stecchino
FAO516 mastica e sputa
FAO165 marinato
FAO165 bottarga di ...
FAO568 ravioli fritti
FAO**** polpettine
FAO545 impepata di
FAO113/128
piastra
FAO503 piastra
FAO66 piastra
per pulirsi la bocca frittino
FAO500 e FAO81
una poesia anzi un'ode anzi un poema epico.
Noi abbiamo mangiato tutti i 25 €.
Noi partendo da Livorno abbiamo dovuto prendere una nave che ci riportasse ad Olbia e questo era il grosso neo nella logistica perche se l'avessimo persa avremmo dovuto aspettare il sabato successivo. |
E' il link ad un articolo che fa pubblicità alla marca di birra più venduta in Sardegna con alcune mie considerazioni in calce CLIKKARE |
Oltre a rimarcare per l'ennesima volta l'origine della mia abitudine ad usare un ragno come icona per segnalare i consigli utili (che parolona) a migliorare la logistica questo ragno è una vedova nera che cerca di rimediare essendo velenoso, oltre che simpatico, alla mancanza delle vipere in Sardegna |
In
prima istanza io volevo fare questo giro da solo. |
.Siamo
un bel gruppone con tante canoe: Antonio Paolucci, Meri Onetti, Chicca
Ori e Valentino Romano con una OC4, Antonello Spanu, Daniele Marsano,
Piero Peschiaroli e Betty Bassanelli con l'altra OC4, Gianni Montagner,
Maurizio Patanè, Marco Pompei, Danilo Ingenito, Duilio Polidori,
Francy Gastaldi, Sergio Napoleoni, Barbara Pica e Bruno Bini con i kayak.
L'imbarco è un po' laborioso, soprattutto per la presenza delle
OC4, ma alla fine saliamo tutti sul traghetto sotto lo sguardo invidioso
delle centinaia di turisti appena sbarcati al rientro dalle vacanze. All'arrivo ad Arbatax dopo la mezzanotte troviamo una sorpresa: a causa di lavori nel porto il traghetto ci lascia al molo Sud invece che a quello Nord e questo ci costringerà ad un trasporto via terra delle canoe fino alla spiaggia dove vogliamo pernottare molto più lungo e faticoso del previsto... Dopo una breve consultazione decidiamo allora di imbarcarci direttamente nel porto per raggiungere la spiaggia: montiamo quindi le canoe e ci imbarchiamo nel buio più totale alle 2:00 di notte per raggiungere la spiaggia poco distante dove montiamo le tende e finalmente, dopo le 3:00 andiamo a dormire. Il mattino dopo il sorgere del sole ci sveglia alle 7:00 e usciti dalle tende ci rendiamo conto di essere in Sardegna: il mare lì davanti, la spiaggia che ci circonda, le nostre canoe sulla riva, la costa che si allunga verso Nord ci mettono addosso una voglia di andare per mare che non ci lascerà più per tutta la durata del tour. Di seguito troverete il diario di questo nostro viaggio ma le parole e le fotografie possono raccontare solo in minima parte la bellezza e le emozioni che può dare questo modo di vivere il mare. |
Ci imbarchiamo alle 10:45 e puntiamo le prue verso le Isole dell'Ogliastra, un gruppo di isolotti circa 1 km al largo di Santa Maria Navarrese dove facciamo una breve sosta per ricompattarci. Il mare fino ad ora è stato calmo ma comincia ad agitarsi e si sta alzando il vento: queste condizioni di variabilità nel corso della giornata caratterizzeranno tutta la nostra permanenza in Sardegna. Dalle Isole dell'Ogliastra puntiamo nuovamente verso la costa e precisamente verso Pedra Longa, caratterizzata da una imponente guglia di calcare che si vede da molto lontano. Da Pedra Longa in poi le condizioni del mare sono davvero molto impegnative ma procediamo tenendoci d'occhio l'un l'altro in direzione di Capo Monte Santu. Poco prima del Capo facciamo finalmente una sosta un po' più lunga nella riparata insenatura di Porto Petroso; una volta ripartiti superiamo Capo Monte Santo ed entriamo nel Golfo di Orosei in condizioni di maggiore riparo. |
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Alle 10:30 ci imbarchiamo e dopo poche pagaiate siamo a Cala Mariolu: è talmente bella da meritare una sosta anche se siamo appena partiti e quindi ci fermiamo per circa un'ora. Dopo la sosta costeggiamo entrando nelle numerose grotte che si aprono nell'alta scogliera che caratterizza questo tratto del Golfo di Orosei e alle 13:30 sbarchiamo a Cala Sisine dove un'ampia spiaggia ci accoglie per la sosta pranzo: Duilio mostra orgoglioso i pesci pescati strada facendo. Il cielo sembra annuvolarsi ma dura poco: in ogni caso ci rimettiamo in mare verso Cala Luna dove arriviamo intorno alle 18:00. Qui come d'accordo troviamo Giorgio Carboni del Team Kayak Sardegna con il suo K2 che arriva da Cala Gonone e che si unirà a noi per qualche giorno. Qualcuno va a cena nel ristorantino alle spalle della spiaggia, qualcun altro più romanticamente si prepara la cena in riva al mare. Durante la notte si alza un vento fortissimo che ci costringe a rinforzare i picchetti delle tende. |
La notte è passata più o meno in bianco per tutti a causa del vento quindi alle 10:00 siamo già pronti per l'imbarco. La destinazione è Cala Gonone dove faremo la sosta pranzo e dove potremo finalmente rifornirci di acqua e viveri. Per quanto riguarda le OC4 si vanno delineando dei ruoli precisi: mentre "Tulku" con Valentino, Meri, Chicca e Antonio ricamando la rotta lungo tutte le grotte e le insenature della costa assume quello di "OC4 da ricognizione", TiRitiriDillì con Antonello, Daniele, Piero e Betty si esprime meglio come "OC4 d'altura" e preferisce puntare dritto alla meta. I kayakers si dividono equamente tra le due scuole di pensiero... Alle 11:45 con un Maestrale che rinforza sempre di più sbarchiamo a Cala Gonone dove ci aspetta Stefano Atzeni che completerà l'equipaggio del K2 TKS. Ci disperdiamo per il paese a fare rifornimenti e quando ci ritroviamo in spiaggia alle 15:00 ci vediamo costretti ad aspettare l'evolversi della situazione meteo: il vento non cala e forti raffiche provocano al largo spettacolari mulinelli. Alle 17:00 la situazione sembra migliorare e decidiamo di proseguire. Sergio e Barbara decidono invece di prendersi una pausa a Cala Gonone e ci danno appuntamento a La Caletta dove ci raggiungeranno dopodomani. Una volta in acqua ci accorgiamo che la situazione è meno preoccupante del previsto anche se le raffiche di maestrale ci impegnano parecchio. Superata Cala Gonone e gli impressionanti grottoni dei Colombi e Biddiriscottai arriviamo a Cartoe e il vento magicamente sparisce permettendoci di arrivare in tutta tranquillità sulla lunga e deserta spiaggia di Osalla dove ci accampiamo in pineta e ci prepariamo la cena. |
Ci imbarchiamo alle 10:40. Per evitare di dover pagaiare con il solito vento pomeridiano decidiamo di saltare la sosta pranzo: andremo quindi direttamente a Bèrchida, meta finale della tappa di oggi. Costeggiamo Cala Liberotto e Cala Ginepro e sbarchiamo sulla splendida spiaggia di Bèrchida alle 14:00. Il pomeriggio passa tra bagni, giochi in spiaggia, pennichelle. Scopriamo che a 3 km dalla spiaggia c'è l'agriturismo "Su Meriacru" e decidiamo di cenare lì: non ce ne pentiremo. |
Marco decide di lasciare il suo kayak a Daniele (solo per oggi però!). Pagaiamo tranquilli verso Capo Comino che chiude a Nord il Golfo di Orosei. Poco prima del Capo incontriamo un gruppo di canoisti tedeschi che fanno il nostro stesso percorso in senso inverso. Doppiato Capo Comino ci fermiamo sulla spiaggia di Salina Manna, circondata da alte dune, per la sosta pranzo. Nel pomeriggio Antonio lascia il suo posto in OC4 a Giorgio e va a provare il K2. Sulla spiaggia della Caletta ritroviamo Sergio e Barbara. Andiamo tutti in paese a fare la spesa e a mangiare in pizzeria. Qui ci raggiunge Enzo Tommasini che domani sostituirà sul K2 Stefano che purtroppo deve partire. |
Partiamo alle 10:00 per la tappa più lunga del nostro tour. Superato il porto della Caletta costeggiamo in direzione dell'Isola dei Pedrami. Alla nostra sinistra Posada ci guarda arroccata su un colle a poca distanza dal mare. Doppiata Punta dell'Asino in breve giungiamo a Budoni, dove sbarchiamo per il pranzo. Nel pomeriggio arriviamo fino a San Teodoro e ci fermiamo alla fine della bellissima spiaggia della Cinta. Qui salutiamo Giorgio e Enzo che devono rientrare e non proseguiranno con noi nelle ultime due tappe. Con una lunga camminata raggiungiamo in ordine sparso l'abitato di San Teodoro: ci ritroviamo tutti insieme a cena in pizzeria. Dopo cena quelli più stanchi tornano in spiaggia a montare le tende; altri si fermano in paese per un gelato o per assistere al bellissimo concerto dei "Tenores di Neoneli" nella piazza del paese. |
Sarà per i colori di questo tratto di mare o forse perché la fine del viaggio si sta avvicinando ma la tappa di oggi viene percorsa passo passo tra infiniti bagni in ogni possibile caletta. Già poco dopo la partenza eccoci a mollo nell'acqua turchese di Porto Brandinghi: si gioca, si scherza, ci si scambia la canoa, addirittura kayakers e polinesiani si scambiano le pagaie. Doppiato Capo Coda Cavallo costeggiamo senza fermarci l'omonima spiaggia - dove intendevamo sostare per il pranzo - e proseguiamo fino ad una caletta più solitaria dove sbarchiamo. Alle 15:00 partiamo alla volta dell'Isola di Tavolara, che da alcuni giorni ci appariva all'orizzonte con i suoi 561 metri di altezza, dove passeremo la notte. Sbarchiamo sulla spiaggia della bassa penisola di Spalmatore di Terra dove sistemeremo il campo. Gianni e Danilo con i kayak e Antonello, Marco, Valentino e Antonio con l'OC4 decidono di fare anche il periplo dell'isola: 17 km di costa bellissima e per lo più inaccessibile. Quando - con il sole che sta tramontando - i sei tornano alla base è ora di cena. Questo è l'unico momento spiacevole della giornata: al ristorante "La Corona" mangiamo poco (anche se non male), paghiamo tanto ma soprattutto ci chiediamo se non siamo finiti su "Scherzi a parte" visto il servizio a dir poco singolare che ci viene offerto. Ci consoliamo con un gelato nel ristorante a fianco dove ci ripromettiamo di tentare la fortuna la prossima volta. |
Partiamo prima del solito perché dobbiamo imbarcarci alle 14:00 sul traghetto che ci riporterà a Fiumicino. La tappa di oggi prevede l'attraversamento del trafficato Golfo di Olbia e quindi è bene navigare ben raggruppati per essere visibili ai numerosi traghetti che escono dal porto. Lasciata l'Isola di Tavolara ci dirigiamo verso la terraferma e ci raduniamo a Capo Ceraso prima di intraprendere tutti insieme la traversata del golfo. Alle 12:00 sbarchiamo sulla piccola spiaggia vicino al Porto di Golfo Aranci. In tutta fretta smontiamo e trasportiamo le canoe sulla banchina poco distante e un po' mestamente ci mettiamo in coda per salire sul traghetto. |
sabato P.la.Greca |
Olbia |
lunedi P.li.Cuculli |
martedi scogli.Cannazzellu |
mercoledi cala.Cartoe |
giovedi Ispuligi.de.nie |
venerdi Tortoli |
La.dodicesima torre.arrivo |
Livorno la.partenza |
domenica P.pietra.bianca |
la
mattina seguente, disgustati all'idea di rifarci qualche chilometro
di cozzodromo, oltretutto controvento, abbiamo lautamente pagato una
coppia di muratori muniti di furgone scoperto perchè ci portassero
(noi e i nostri mezzi) all'imbocco del canale di Olbia. Barare
non è cosa bella ma non si può tirare troppo la corda
quando si parla di "morale" da tenere alto. Così è
stato.Salutati
i muratori eccoci pronti a ricaricare i kayak per "iniziare"
la nostra avventura. |
il
nostro terzo giorno di pagaia procede per il meglio, offrendoci un medio
panorama fino ad una spiaggia sotto Capo Coda Cavallo dove prendiamo
terra per la notte. unico inconveniente il corto circuito di un ricetrasmittente
mal sigillato... capita. |
L'indomani
siamo partiti alla volta di Budelli (considerazione forse ottimista?...
).
Del resto le cose
non ci erano andate proprio bene fino a quel momento quindi perchè
non essere ottimisti? Due ore di pagaia ed eccoci alla spiaggia della
Cinta. 3 o 4 chilometri di spiaggia bianchissima occupata da umani come
un arnia dalle api. Non scherzo, tipo 10.000 bagnanti. Uno spettacolo
disgustoso che ha risvegliato la mia omofobia.
Mai
nella vita vorrei passare 48 ore in un posto come questo... una sorta
di piscina di tokio per intendersi, bellissima, se riesci a vederla
fra i teli da bagno e le gambe dei bagnanti. Bellissima forse ad ottobre. |
Sardozziade
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