Per la trasmissione della dottrina del Timeo nel Medioevo vedi MARTIN, Op. Cit.
Secondo Ippocrate gli umori prevalgono variamente nelle varie età dell'uomo: nell'infanzia domina il sangue; nell'adolescenza la bile rossa, nella gioventù la bile nera, nella vecchiaia la pituita. Ed ancora, in qualsiasi età, l'equilibrio degli umori varia coi variare delle stagioni, sì che tanto nei bambini quanto nei vecchi la primavera produce maggior copia di sangue, l'inverno di pituita, ecc. Vedi Ippocrate, De natura hominis (in Littrè op. cit.).
Ho cercato disperatamente sul web quello che la guida ci ha detto della serie di affreschi sulla Creazione ma anche Google ha trovato riferimenti di tutti i tipi, compresi estratti di riviste mediche, ma niente di così organico e preciso come quanto scritto nella pubblicazione della Pro loco di Anagni che è estremante completa e godibile su tutto il ciclo pittorico. Non modifico una virgola delle poche pagine che estraggo per rendere partecipi gli amici di una esperienza indimenticabile.Mi prendo solo la libertà di inserire le note come layer che appaiono solo passando con il mouse sulla nota o sull'occhio senza clikkare per facilitarne la lettura così come faccio per le immagini che ho apprezzato ancora di più facendo questo lavoro. Pietro
Toesca Nella vòlta
II gli affreschi, quasi intatti, sono un grande monumento per la storia
della cultura medioevale. Non una deformazione
della storia quale si trova nelle enciclopedie popolari del Medioevo,
quale Ippocrate ebbe, per esempio, a subire nella Siria, ove egli divenne
un santo profeta, un uomo divino, alchimista che rinserra in fiale d'alabastro
l'essenza di tutte le cose,(1) ma una purissima vena di storia della scienza è qui. MVNDI PRESENTIS SERIES MANET EX ELEMENTIS e prosegue solennemente il suo aforisma: EX HIS FORMANTVR QUAE SVNT QVAECVMQVE CHREANTVR In alto appare, ad
ispirare il saggio, non il menisco celeste ma una parte del mondo, immaginato,
quale lo vide Platone, sferico tutto (3)
ed
accanto al vecchio sapiente stanno capsae e fiale dove egli ha stillato
umori per la salute umana, chè nella fascia sotto l'affresco ancora
dice l'iscrizione, ... ATVRIS MAGNIS DANT DOGMA SALVTIS. E' il Timeo di Platone quale fu noto al Medioevo attraverso la traduzione e l'interpretazione latina datane, circa il iv secolo, dal filosofo Calcidio. Ciò viene provato dall'essere esplicabile la presente figura solamente per mezzo del commento di Calcidio, laddove tutti i passi di scrittori medioevali, nei quali le teorie del Timeo sono adombrate, non riescono ad illustrarla per intero.(4) In molte parti della
dottrina degli elementi e della costituzione del mondo Platone si accorda
con Ippocrate, e come Galeno ne unì le dottrine a quelle del proprio
maestro nel libro De Hippocratis et Platonis dogmatibus, così il
pittore per dichiarare le teorie ippocratiche trasse dal Timeo questo
diagramma. VIII : XII = XVIII : XXVII è la proporzione che avvince in un Tutto indissolubile l'universo. L'adamantina formula numerica fissata da Platone si trova sviluppata presso il suo commentatore Calcidio, il quale, partendo dalle varie qualità dei due estremi da unire, ricercò quali fossero le qualità dei due medi. Le sue parole spiegano tutta la rimanente parte del nostro diagramma: Sunt igítur tum Ignis quam Terrae multae quidem et aliae propiletates, sed quae vel maxime vim earum propnetatum declarant nímirum bae. Ignis quidem acumen, quod est acutus et penetrans, deinde quod est tener et delicata quadam subtilítate, tum qzíod est mobilís et semper in motu. Terrae vero, quod est retunsa, quod corpulenta, quod semper ímmobilís. Hae vero naturae licet sínt contrariae, babent tamen aliquam ex ípsa contrarietate parilitatem. Tam enim similía similibus quam dissímilía díssimilibus comparantur, et haec est analogia, ídest ratío, continui conpetentís. Quod enim est acumen adversitm obtunsitatem boc sub~ tilitas iuxta corpulentiam: et quod subtilitas iuxta corpulentíam boc mobílitas adversus immobilitatem... Quatenus igitur inter baec duo solida corpora quo m est talis simílítudo qualem demonstravimus, alia duo solida ínterposita facíant continuatíonem íuxta rationem continui competentis, docet arithmetica disciplina. Si enim vicinum ígní elementum quod sit et ex quíbus conflatum voluerimus ínquírere, sumem s Ignis quidem de proxímo duas vírtutes subtílítatem et mobilitatem, unam vero Terrae ídest obtunsitatem, et invenietur genitura secundi elementi, quod est subter Ignem, idest Aéris. Est enim Aér obtunsus, subtílis, mobilis. Rursumque, si eíus elementi quod est vicinum Térrae, idest Aquae, genituram consideremus, sumemus duas quidem Terrae viriutes, ídest obtunsitatem et corpulentíam, unam vero Ignís, idest motum, et exotietur Aquae substantia: quae est corpus obtunsum, corpulentum, mobile. Atque ita ínter Ignem et Terram Aér et Aqua de extímorum contractione nascentur. Ex quibus constat Mundí continuato .(7) Calcidio adunque stabilisce
per i due estremi tre qualità diverse e fra loro a due a due contrarie,
cioè che l'Ignís è acutus, subtilís, mobílís;
la Terra invece obtunsa, corpulenta, ímmobilis. Il pittore ha segnato,
a destra del diagramma, queste medesime qualità entro sei cerchietti,
unendoli con linee rette ai dischi degli elementi ai quali si riferiscono, e congiungendo a due a due con linee curve le qualità contrarie
(CONTRARIA).'(8) Tale è il diagramma
della Mundi Continuatío, o, per usare le parole dettate da Ippocrate
a Galeno, della Mundi Series, nella quale bisogna pure scorgere adombrata
la teoria ippocratica e platonica della trasmutazione continua degli Elementi
d'uno nell'altro.'(9) Questa nozione, la scienza degli umori, è la base della vera medicina.(11) Nell'uomo i quattro umori, o i quattro Elementi, sono rappresentati dal sangue, dalla pituita, dalla bile nera e dalla bile flava; e come egli è un microcosmo(12) che in sé stesso riflette le vicende dell'Universo, ogni anno col variare delle stagioni va mutandosi la proporzione dei suoi umori, mentre egli stesso durante il corso di un'intera vita pare compiere il ciclo annuale delle stagioni che dalla primavera dell'infanzia lo travolge nell'inverno della vecchiaia. Il pittore ha rappresentata
in una figura sintetica tutta questa dottrina. La volta è scompartíta in sette zone concentriche, divisa
ognuna di esse in quattro quadranti. Sta nel cerchio interno una fígurina
d'uomo ignudo presso la quale è scritto
MATERIES RERVM SVNT
QVATVOR ELEMENTA Essa illustra l'affresco della volta ove la pura essenza delle teorie d'Ippocrate, intorno all'origine e al corso delle infermità umane, è adunata in una di quelle figure schematiche nelle quali i medici antichi amarono di avere brevemente compendiate le loro dottrine. Tali furono la Sfera di Democrito, usata perer prognosticare l'esito delle malattie,' la figura astrologica del MS. greco 2460 (Bibi. Naz. di Parigi), nella quale il corpo umano è circondato dai segni zodiacali corrispondenti alle diverse membra ecc. Da un codice, formatosi
probabilmente in qualche scuola di medicina dove la dottrina di Ippocrate
era custodita inalterata, fu tolta questa nostra esatta figura: ad illustrazione
delle teorie Ippocratiche forse lo stesso manoscritto conteneva citazioni
del Timeo secondo l'interpretazione che Clcidio ne aveva data, dal commento
del quale venne ricavato il diagramma della Mundi Continuatio.
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